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Teoria gender, l’ira della Giannini: “Basta con questa truffa culturale, pronti a denunciare

ROMA – Il ministro dell’Istruzione invia una circolare alle scuole per rispondere anche in via ufficiale alle polemiche sui programmi. Che il governo e gli esperti hanno da tempo ribadito essere pretestuose: “Chi ha parlato e continua a parlare di ‘teoria gender’ in relazione al progetto educativo del governo Renzi sulla scuola compie una truffa culturale e voglio dire con chiarezza che ci tuteleremo con gli strumenti adeguati”, ha detto il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, a Radio24. Alla domanda successiva del conduttore, Gianluca Nicoletti, se il ministero si sta muovendo in questa direzione, la titolare del dicastero di viale Trastevere ha poi risposto: “Eh beh, sì, perchè facciamo chiarezza con circolari e in altri modi, ma se ciò non dovesse bastare credo che ci sia una responsabilità irrinunciabile di passare anche a strumenti legali”. Ha poi aggiunto: “Mi auguro ci sia un ravvedimento immediato” in quella parte della Chiesa cattolica che ritiene essere presente nella Buona Scuola la teoria del gender, ricordando che anche il vescovo di Padova ha fatto una circolare proprio criticando quella corrente cattolica che ritiene legato il gender alla “Buona scuola”.

Le polemiche sui libri gender nelle scuole sono iniziate in giugno quando il neo sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, candidato civico sostenuto da tutto il centrodestra, aveva messo all’indice i testi nei nidi e nelle scuole d’infanzia, in cui comparivano due genitori dello stesso sesso, volumi quindi in cui si affacciava il concetto di famiglia gender. Tra i titoli opere di autori come Leo Lionni con “Piccolo blu e piccolo giallo”, Mario Ramos de “Il segreto di Lu”,Sandro Natalini con il suo “In famiglia”. Una decisione che ha sollevato numerose critiche, anche perché le motivazioni del sindaco sul fatto che tali testi travierebbero le menti dei bambini, sono tutte da provare e non si baserebbero su valutazioni oggettive. Tant’è che quando ai giovani ciellini del Meeting di Rimini è stata sottoposta la lettura di alcuni dei 49 testi messi all’indice non ci hanno trovato nulla di pericoloso o scandaloso.
I ciellini leggono i libri ‘gender’ ritirati dalle scuole: ”Ma non c’è niente di scandaloso”
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Sulla circolare interviene anche il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, scrivendo su Facebook: “E’ un ulteriore chiarimento ai docenti, ai dirigenti e alle famiglie su quel che la scuola fa e dovrà fare per il contrasto ad ogni forma di discriminazione. Gender? strane pratiche? paure? sono parole che hanno a che fare con tempi bui e concezioni medievali. Le nostre parole sono tolleranza, rispetto, diritti, inclusione delle diversità, conoscenza, consapevolezza, autodeterminazione. Sono le parole di donne e uomini che dovranno affrontare sfide epocali in un millennio in cambiamento riflettendo su di sé e sugli altri”. E annuncia che a breve si costituirà anche “il tavolo tecnico sulle tematiche relative al comma 16 della 107, coinvolgendo esperti, pedagoghi, rappresentanti di associazioni, per elaborare le linee guida da fornire alle scuola a supporto, mantenendo comunque l’autonomia delle scuole e il patto scuola famiglia per l’attuazione del piano dell’offerta formativa”.

Non tarda ad arrivare la risposta al ministro Giannini da parte di attivisti anti-gender: “La minaccia del ministro Giannini è di una gravità inaudita. La riforma della scuola rende obbligatorio inserire nei piani dell’offerta formativa le tematiche di genere, quasi sempre trattate da associazioni Lgbt e dunque in modo ideologico” dice in una nota Filippo Savarese, portavoce dell’associazione pro-family. “La Manif pour tous” Italia tra le più attive contro l’ideologia gender nelle scuole. “Un milione di persone non si sono riunite in pazza a Roma il 20 giugno in preda a una psicosi collettiva, ma per difendere il sacrosanto diritto di educare i loro figli, cosa che sono pronte a fare in tutti i tribunali d’Italia e di nuovo in piazza se dovesse servire”.

“Sono d’accordo col ministro Giannini. Nella Buona Scuola non c’è la teoria gender. Le parole gender e genere non possono essere confuse” afferma ildeputato del Pd Edoardo Patriarca, componente della Commissione Affari Sociali. “Penso che oltre a eventuali tutele legali contro chi si ostina a dire il contrario, bisognerebbe avviare una vera campagna d’informazione in tutti gli istituti. Nel provvedimento parliamo di parità di sessi e, nel cammino del provvedimento alla Camera ci siamo battuti affinché tale dicitura fosse rispettata. Vigiliamo scuola per scuola affinché quanto previsto dal Miur sia rispettato ma chi critica dovrebbe prima di tutto leggere i testi”. Sulla stessa linea la Vicepresidente del Senato Valeria Fedeli (Pd): “Trovo positivo che il Miur abbia fornito, nella circolare di oggi, indicazioni per una corretta interpretazione di quanto previsto nella Buona Scuola per assicurare, nell’offerta formativa, l’attuazione dei principi di pari opportunità: credo sia una importante operazione di chiarezza”.

“Da quanto appreso, mi pare evidente che il ministro Giannini si pone in netta contrapposizione della teoria gender” afferma in una nota il parlamentare diForza Italia Fabrizio Di Stefano “e quindi rifiuta che nelle scuole venga praticata. Conseguentemente credo sia opportuno che qualora in alcuni Istituti, come si è avuto notizia, si stesse facendo qualcosa del genere, la Giannini intervenga in maniera decisa contro quei docenti e quelle scuole che la attuano”. Parla di “inaccettabile bavaglio che puzza di regime” il leghista europarlamentare Lorenzo Fontana. E di “dichiarazioni di una gravità inaudita”Giorgia Meloni (Fdi) dal suo profilo Facebook. “Non esiste l’ideologia gender nella “buona scuola”? Non ci sono pericoli? Allora al primo caso che dovesse malauguratamente verificarsi nelle scuole italiane e al primo tentativo di manipolazione e strumentalizzazione dei bambini finalizzata ad inculcare la teoria gender, saremo noi a tutelarci con gli strumenti adeguati contro una “truffa culturale” da parte del ministro Giannini e del Governo Renzi”.

In Emilia Romagna intanto la Lega Nord prosegue la sua campagna contro la “Buona Scuola” e la presunta introduzione, nei programmi didattici, della teoria gender, con lo slogan “No ai progetti gender nelle scuole a spese della Regione”. Nel mirino del consigliere regionale del Carroccio Daniele Marchetti, che raccoglie la denuncia di alcuni professori bolognesi, finisce questa volta il manuale “W l’amore”, distribuito a tantissimi ragazzi di terza media.

La Giannini raccoglie il plauso dell’Arcigay: “Finalmente parole chiare contro la truffa della cosiddetta ideologia del gender”, dice Flavio Romani, presidente dell’associazione. Da troppo tempo una propaganda martellante sparge allarmi infondati in ambienti come la scuola, sulla cui tutela le istituzioni sono responsabili. Questa strategia strisciante produce tam-tam in ogni canale comunicativo e mina con argomenti strampalati e privi di alcun fondamento la serenità di tante famiglie. È non solo giusto ma doveroso che il ministro Giannini, nell’esercizio delle sue funzioni, opponga un muro di intransigenza a chi strumentalizza i più piccoli e le loro famiglie, costruendo sulla loro pelle torbide operazioni di propaganda politica”.

Sostegno al ministro arriva anche dal mondo degli psicologi. “Ringraziamo la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini per la ferma presa di posizione circa l’inesistenza di una presunta ‘teoria del gender’ all’interno della didattica della scuola italiana” afferma il presidente dell’Ordine degli psicologi del Lazio, Nicola Piccinini. “Le strumentalizzazioni legate a questo tema hanno raggiunto un livello davvero vergognoso e inaccettabile: basta con le mistificazioni. Il dibattito a cui abbiamo assistito in questi mesi – aggiunge Paola Biondi, consigliera segretaria dell’Ordine – è il prodotto di un clima avvelenato, frutto di malafede e ignoranza. Non esiste alcuna prova scientifica sull’esistenza di una ‘teoria del gender’ e che, se vi sono motivi di preoccupazione, q

uesti riguardano l’arretratezza del nostro Paese in materia di tutela dei diritti e lotta contro la discriminazione”.

“Sbaglia il ministro Giannini a rispondere alle preoccupazioni di milioni di famiglie agitando lo spettro di azioni legali contro chi parla della penetrazione dell’ideologia gender nelle scuole” affermano i deputati Gian Luigi Gigli e Mario Sberna, del gruppo Per l’Italia-Centro Democratico. “Anche se la riforma Giannini evita di sbandierare questa ideologia le preoccupazioni delle famiglie non sono purtroppo infondate, anche in considerazione del rapido adeguamento alle ideologie dominanti prodottosi nel frattempo sui libri di testo di alcune importanti case editrici. Malgrado le rassicurazioni del ministro tutti i nostri dubbi restano perché nella Convenzione di Istanbul, a cui il Piano per la scuola fa esplicito riferimento, con il termine ‘genere’ ci si riferisce non già al sesso maschile o femminile, ma a ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti, mentre tra gli obiettivi prioritari del piano vi è dichiaratamente anche quello di superare gli stereotipi che riguardano il ruolo sociale, la rappresentazione e il significato dell’essere donne e uomini, e di favorire l’inserimento di un approccio di genere nella pratica educativa e didattica: è quanto puntualmente si sta verificando nelle scuole italiane, scavalcando la responsabilità educativa delle famiglie. Purtroppo l’ideologia gender non è una favola e porta avanti la sua azione distruttiva in tutto il mondo come evidenzia l’allarme lanciato da Papa Francesco, che l’ha definita un’operazione di colonizzazione ideologica”.
fonte: http://www.repubblica.it/scuola/2015/09/16/news/teoria_gender_l_ira_delle_giannini_basta_con_questa_truffa_culturale_pronti_a_denunciare_-122988942/

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